Lavorare per obiettivi: un sano percorso evolutivo
Non si discute ed è perfino banale a dirsi: un’azienda performante ottiene la propria crescita grazie ad un concatenarsi di vittorie ottenute, trionfi piccoli e grandi che nel proprio valore globale pesano molto di più delle sconfitte rimediate lungo il percorso e non intendo riferirmi solo a quelle prettamente commerciali.
Credo fermamente che ogni ruolo all'interno di un'organizzazione debba essere orientato verso traguardi chiari e misurabili per tutti.
Questo approccio non solo favorisce la trasparenza e l'affidabilità, tanto con la clientela, quanto tra colleghi, ma si traduce anche in un volano per la crescita individuale e collettiva della squadra che compone l’azienda ad ogni livello.
È cruciale riconoscere l'importanza di celebrare ogni successo raggiunto. Ogni concreto traguardo, grande o piccolo, di ciascun gruppo di lavoro (o anche, perché no, un singolo membro virtuoso di un team), dovrebbe essere festeggiato e condiviso con tutta l'azienda. Questo non solo alimenta un clima di collaborazione e gratitudine, ma anche uno spirito di squadra che è fondamentale per il successo a lungo termine; potrei azzardare un assioma: “è una bella sensazione quella di giocare in una compagine di campioni”.
Senza una consolidata abitudine nel riconoscere e riconoscersi i giusti meriti per le cose ben fatte, sul lungo periodo si cadrà fatalmente nel gorgo del disfattismo, perché a fare rumore saranno sempre e solo le difficoltà, che fanno naturale parte della quotidianità lavorativa. Il lavoro bene eseguito non è una norma, ma un qualcosa da celebrare. Riflettiamo: quante volte avere mangiato bene in un ristorante ci ha dato smania di scrivere una buona recensione a quell’attività e quante volte, invece, dopo un’esperienza poco soddisfacente non vedevamo l’ora di gridare al mondo il nostro sdegno?
Ecco, dovremmo forse cercare un più saggio e sano equilibrio nel nostro riconoscere la poca scontentezza del lavoro debitamente svolto.
D'altra parte, è altrettanto importante riconoscere i fallimenti, affrontandoli apertamente e con empatia, senza adottare meccanismi da pubblica gogna, ma neppure soprassedendo. Ogni mancato obiettivo dovrebbe essere un’opportunità per apprendere e crescere. Invece di punire o umiliare, dovremmo offrire supporto e risorse per aiutare i nostri colleghi a superare le sfide e a sviluppare nuove competenze.
L’analisi razionale e trasparente tramite confronto One-to-One dovrebbe sempre essere preferita al giudizio ed al pettegolezzo con terze persone.
Come prima best practice quotidiana, sempre a mio modestissimo parere, non è necessario porsi l’obiettivo di non commettere sbagli, ma è spesso più che sufficiente adottare un approccio alle attività che ci porti a commettere errori diversi da quelli già fatti per accostarci sempre di più all’eccellenza, perché il vero nemico da debellare nella quotidianità è il passo che abbiamo messo ad automatismo e che ci porta ad inciampare sempre sul medesimo cavo teso. Le ciceroniane frasi “è cosa comune l'errare; è solo dell'ignorante perseverare nell'errore” e “la storia è maestra di vita” dovrebbero essere veri e propri protocolli da applicarsi prima di ogni operatività.
La consapevolezza spinge verso l’evoluzione, l’evoluzione è cambiamento, il cambiamento è fatica, la fatica ci allena, l’allenamento porta a migliorare, migliorare porta vittorie ed in fin della fiera, reggetevi forte: vincere piace a tutti e gli obiettivi centrati sono vittorie, nulla di più, nulla di meno.
Una cultura aziendale basata sulla gestione per obiettivi crea un ambiente di lavoro stimolante e gratificante, quanto più meritocratico e (vogliamo dirlo?) meglio remunerato con cognizione di causa. Un vero e proprio ecosistema di persone che percepiscono un significato in ciò che fanno giorno dopo giorno, dove ciascun individuo si sente parte integrante, nonché vera e propria forza causativa, nel successo dell'azienda e dove chi resiste in maniera pigra ed ottusa alla spinta verso il miglioramento si trova automaticamente in un ambiente che lo rigetterà, se non potrà contagiarlo positivamente.
Celebrare le vittorie sui singoli obiettivi ed affrontare le sconfitte con empatia, trasparenza ed atteggiamento causativo sono a mio parere pilastri fondamentali di un'organizzazione resilientemente orientata ad un futuro di crescita e benessere condiviso.