Google Helpful Content Update di Settembre 2023
La nostra “Guida alla guida di Google sui contenuti utili”
Settembre 2023. Dopo il roll-out dell’aggiornamento di agosto, che ha portato un po’ di trambusto nelle SERP, Google lancia l'aggiornamento dell'Helpful Content Update di Agosto 2022, chiarendo esplicitamente le linee guida con cui l’algoritmo valuta l’utilità dei contenuti.
Google parla di Sistema di Contenuti Utili, come di una procedura automatizzata che funziona a livello globale su tutte le lingue ed è solo uno dei molti criteri utilizzati per classificare i contenuti.
Cosa cambia concretamente?
Google ha uno strumento ancora più preciso per valutare l’utilità dei contenuti per l’utente, visto che il suo solo e unico scopo, da sempre dichiarato, è premiare i contenuti che soddisfano le aspettative degli utenti.
Quando si parla di Update solitamente si scatena l’isteria generale, ma è lo stesso Google a spiegare con una metafora il funzionamento degli aggiornamenti. Crediamo valga la pena riportarla tale e quale perché è abbastanza illuminante:
Non vale la pena di farsi venire il mal di stomaco cercando di interpretare occulte ragioni per cui i nostri contenuti potrebbero non essere più conformi ai desideri di Big G, perché la questione è molto più semplice di quanto la si voglia far credere: l’importante è scrivere per l’utente.
Il grande equivoco: scrittura SEO o scrittura per l’utente
Google lo dice chiaro e tondo: I sistemi di ranking sono progettati per premiare i contenuti che presentano informazioni utili, affidabili e create per aiutare le persone, non per ottenere un buon ranking nei motori di ricerca.
Spesso c’è un po’ di confusione quando si parla di scrittura SEO perché, quando si producono contenuti che si desidera vengano presentati in alto nei motori di ricerca, si tende a concentrarsi sugli aspetti della SEO – cioè, dell’ottimizzazione per i motori di ricerca – e a concepire i contenuti proprio in base a ciò che ci si aspetta che otterrà un buon ranking. Cioè, si finisce per scrivere PERCHÉ si vuole che il contenuto venga posizionato. Questo PERCHÉ è molto importante per Google e infatti ci torneremo a breve.
Il perché non può essere questo: devo scrivere per aiutare l’utente fornendogli un contenuto che risponda alle sue domande con informazioni utili e affidabili. DOPO viene la SEO, cioè l’ottimizzazione di un contenuto scritto per le persone, attraverso alcune best practice che aiutano il motore di ricerca a scoprire e comprendere meglio i contenuti. Senza dimenticare che i contenuti devono sempre offrire una buona esperienza sulla pagina sotto vari aspetti (tra velocità di caricamento, organizzazione del contenuto, sicurezza, corretta visualizzazione su mobile, etc.)
Ci pare che esplicitare questo equivoco chiarisca già in partenza molti dubbi. Ora vediamo meglio che cosa sono questi contenuti utili per l’utente.
Che caratteristiche hanno i contenuti utili per l’utente? Gli EEAT
Cosa vuole da te Google, quando scrivi un contenuto? Ripetiamolo insieme: contenuti originali e di qualità. Come sono questi contenuti? Google usa un simpatico acronimo chiamato EEAT (Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness = Esperienza, Competenza, Autorevolezza e Affidabilità) per farne l’identikit.
I criteri EEAT non sono un fattore di ranking specifico ma i contenuti in linea con questo standard hanno decisamente più chances di piacere a Google, in particolare se siamo in presenza dei cosiddetti argomenti YMYL ("Your Money or Your Life"), cioè se trattiamo contenuti che potrebbero influenzare la salute, la stabilità finanziaria o la sicurezza delle persone.
Google non è un tipo che si lascia ingannare facilmente e capisce subito se stai scrivendo di qualcosa di cui non sei esperto, stai solo rielaborando quello che ha detto qualcun altro, hai preso informazioni a caso senza verificare l’affidabilità delle fonti e senza citarle, hai generato contenuti in serie e con poca cura per i dettagli e per l’esaustività, o semplicemente stai buttando online l’ennesimo contenuto x che non apporta alcun valore aggiunto a ciò che esiste già.
Per riprendere la metafora di prima, se il tuo film è una commediola da quattro soldi non cambierà di certo la classifica.
Allarghiamo la lente sul contesto in cui si inserisce un contenuto. Produrre contenuti che non sono in linea con la tua buyer persona solo per cavalcare l'onda di un argomento caldo del momento non porterà al tuo sito più traffico; semmai il contrario: Google classificherà quel contenuto come non utile per il tuo target con un rischio generale di perdita di trust da parte del motore di ricerca.
Ecco perché i siti con molti contenuti non utili potrebbero notare un effetto maggiore dopo l’ultimo aggiornamento. La rimozione di contenuti non utili potrebbe persino migliorare il ranking degli altri contenuti più validi. Inoltre, alcuni siti ospitano su loro sottodomini dei contenuti non pertinenti con l’obiettivo del sito e senza la supervisione del sito principale. Lungi dal migliorare il ranking del sito, questa pratica può invece penalizzarlo, ragion per cui Google la sconsiglia.
Chi, come e perché
Quando scrivi, controllare se esiste una buona risposta a queste tre domande potrebbe aiutarti a valutare la qualità del tuo lavoro.
E qui ritorniamo al PERCHÉ di cui abbiamo parlato prima, di gran lunga la domanda principale da porsi.
La risposta alla domanda “perché sto scrivendo questo contenuto?” dovrebbe essere “per aiutare concretamente le persone” e non “per attrarre visite dai motori di ricerca”.
Parliamo del CHI. Chiederesti mai la corretta posologia del Guttalax al primo che vedi per strada? Allora hai già capito perché è importante che i tuoi contenuti siano scritti e firmati da qualcuno di cui l’utente si può fidare, con chiare indicazioni su chi è e cosa fa.
COME sono stati creati i contenuti? Rispondere a questa domanda può essere importante per la credibilità del contenuto stesso. Se recensisci un prodotto, ad esempio, l’utente preferisce vedere il processo, magari corredato da foto. Anche se si tratta di contenuti informativi, può essere utile spiegare come si è arrivati alle conclusioni enunciate, ad esempio citando le fonti, oppure esplicitando l’utilizzo dell’IA per l’elaborazione di testi o immagini.
Hai detto Intelligenza Artificiale?!
Intelligenza artificiale sì, intelligenza artificiale no - Ecco il dubbio che attanaglia tutti. La posizione di Google poteva sembrare poco chiara finora ma in realtà le ultime indicazioni non lasciano molto spazio a dubbi.
La domanda giusta da farsi non è se Google sia in grado di capire se un contenuto è stato creato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale (probabilmente sì) ma se il risultato è abbastanza buono da soddisfare i requisiti di qualità ed affidabilità richiesti.
Questo, però, vale sia per l’IA che per gli esseri umani, perché i contenuti spam e i contenuti scadenti possono essere creati sia dall’una che dagli altri.
Per questo Google ci dice chiaramente che l’automazione (compresa l’IA) utilizzata per generare contenuti finalizzati a manipolare il ranking è il male, quella utilizzata per generare contenuti utili è il bene.
In pratica, il fine giustifica i mezzi, purché sia esplicitato il modo in cui vengono impiegati (COME) e il fine stesso sia la soddisfazione dell’utente (PERCHÉ).
Questa guida ti è stata utile ma vorresti un parere extra sui tuoi contenuti da parte di un’agenzia specializzata nella SEO?
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