“Logo più grande” e non solo: le richieste più strambe e perché non sempre possiamo accontentarle

“Voglio il logo più grande” è la frase che un web designer ha la maggior probabilità di sentire quando presenta il layout di un sito web. Chiedi in giro e questa verità ti sarà confermata da qualunque addetto ai lavori.

Se l’hai pronunciata anche tu non preoccuparti, è comprensibile: il logo è il tuo “tesssoro”, un concentrato di brand identity importantissimo per rendere riconoscibile la tua azienda e farla ricordare. Però il logo non è tutto e, specialmente quando campeggia nell’header dell’home page del tuo sito, è bene non esagerare con le dimensioni perché può risultare controproducente.

Perché non aumentiamo le dimensioni del logo?

Ok, le aumentiamo, ma non sempre quanto vorrebbero i clienti.

L’utente non si trova sulla pagina web per ammirare il frutto del duro lavoro dei grafici, ma per trovare risposte ai suoi bisogni. E le risposte non sono nel logo, ma nei contenuti che popolano la pagina, o almeno dovrebbero.

La sezione Hero, cioè l’area presente nella parte superiore della pagina prima dello scrolling (above the fold), è importantissima per dare la prima impressione all’utente e fargli capire se il brand fa al caso suo.

Qui dovremmo dare spazio ad una headline che mette in evidenza i benefici che i prodotti o servizi possono offrire ai potenziali clienti, un breve testo esplicativo e magari una bella foto che mostri chiaramente di cosa si occupa l’azienda.

Se questo spazio fosse occupato dal logo, sarebbe necessario ricalibrare le proporzioni tra tutti questi elementi essenziali. Le informazioni davvero importanti per gli utenti finirebbero più in basso, dopo lo scrolling (below the fold), dove sono meno evidenti, e di conseguenza meno efficaci.

Figura di uomo di dimensioni spropositate che rompe il soffitto del soggiorno

Un logo più grande, quindi, non significa maggior visibilità o maggior riconoscibilità.

Queste si ottengono invece con altri strumenti: la grafica, i colori, i font e il tono di voce dei testi. Si tratta infatti di elementi che contribuiscono a definire e rendere riconoscibile l’identità del brand.

Ma il logo più grande non è l’unico tormentone….

“Non sono un tecnico ma…”

Questa è un’altra frase a cui i web designer vorrebbero poter dire di essersi abituati, ma la verità è che – non importa quante volte l’abbiano già sentita – arrivati al “ma” hanno già mal di testa.

D’altra parte, quale idraulico, chino sui tubi sotto al lavello di casa di un cliente, non accoglierebbe con entusiasmo un suo suggerimento sull’attrezzo giusto da usare per riparare la perdita? 😜

Eppure, i clienti ci hanno chiesto cose che a loro sembravano perfettamente plausibili ma che, tenendo in considerazione gli obiettivi del sito, il format della pagina e le regole basilari di usabilità, presentavano importanti limiti.

Donna stupita e sbalordita che guarda lo schermo del computer, sconcertata da una lettera e-mail inaspettata

È capitato ad esempio che in un e-commerce si chiedesse di eliminare i prezzi e il pulsante “Acquista” dai prodotti in evidenza in home page per dare risalto ai contenuti e non calcare troppo sull’aspetto commerciale. Seppur espressa in buona fede, questa richiesta finisce per snaturare l’essenza del negozio online, concepito appositamente per vendere. Un utente che esplora un e-commerce si aspetta determinati elementi e, se non li trova, potrebbe trovarsi disorientato, vivendo un’esperienza di navigazione che non lo coinvolge. Risultato? Potrebbe abbandonare rapidamente il sito, senza leggere quegli stessi contenuti che si desiderava mettere in evidenza.

Un’altra richiesta frequente è quella di utilizzare specifici font, senza controllare se questi supportano tutti i caratteri essenziali, come alcune lettere accentate o i caratteri necessari alla traduzione del sito in altre lingue.

Disabilitare tasto destro mouse

In un altro caso un cliente desiderava disabilitare alcune funzioni di interazione con il sito, come l’uso del click destro per il download delle immagini. Il comprensibile fine – impedire l’uso non autorizzato delle foto – purtroppo non giustifica i mezzi davanti a Google, che non gradisce questo genere di iniziative e potrebbe attribuire delle penalizzazioni.

E ancora, non è infrequente la richiesta di siti mono pagina da poter abbellire con elementi dinamici e animazioni che si spostano da un contenuto all’altro con lo scrolling. Concentrare in un’unica pagina contenuti con intenti di ricerca diversi, che richiederebbero al contrario pagine dedicate e ottimizzate, impedisce però di lavorare efficacemente sulla SEO. Spesso questa richiesta si accompagna alla volontà di privilegiare immagini ed elementi grafici a scapito dei contenuti testuali, altro aspetto che può rappresentare un problema per l’ottimizzazione delle pagine.

“Fallo come x”

Dove X è il sito di un brand famosissimo a scelta.

Lavorando sulla realizzazione di progetti su misura, crediamo molto nella necessità di partire dall’idea del cliente. Spesso l’ispirazione può nascere da un sito o una pagina in cui è capitato di imbattersi online. Magari siamo proprio noi a chiedere se c’è qualche esempio particolarmente gradito dal punto di vista grafico.
Fin qui tutto ok, ma che succede quando l’ispirazione viene dal sito di un gigante come Apple, che non ha bisogno né di presentazioni, né di farsi trovare su Google?

Uomo sbircia furtivamente su un altro computer per rubare idee o copiare informazioni private

Prendere l’ispirazione non significa copiare, anche perché il più delle volte è necessario considerare aspetti tecnici che non permettono di replicare esattamente le soluzioni di un altro sito.

Pensiamo ad esempio alle splendide schede prodotto di Apple, realizzabili solo in presenza di contenuti informativi e fotografici molto dettagliati, che spesso il cliente non fornisce (e non ne delega la produzione). Come sarebbe possibile replicarle con un paio di foto di scarsa qualità e poche specifiche tecniche sul prodotto?

A volte manca la percezione dei requisiti per la realizzazione di una certa soluzione, ad esempio si chiede di replicare un configuratore di prodotti o un motore di ricerca visti su un altro sito senza avere un numero sufficiente di prodotti e di varianti per renderlo funzionale.

Ancor più frequente è la richiesta di copiare lo stile grafico di altri settori con target non affini. Bello il sito viola, molto trendy, ma nel caso di uno studio medico potrebbe far scappare i clienti a gambe levate! I gusti e la sensibilità individuali non bastano per fare una scelta oculata, servono anche conoscenze specializzate.

“Ci penso io!”

Questa è la classica risposta a un ventaglio variegato di domande, come:

“Chi fornirà le foto per il progetto?”

“Aggiungiamo il servizio di gestione della privacy policy?”

“Vuole acquistare il servizio di redazione dei contenuti testuali?”

Purtroppo, non sempre risparmiare su servizi come questi è una buona idea: meglio chiedersi se i materiali a disposizione rispondono ai requisiti minimi per la realizzazione del progetto. Ad esempio, le immagini potrebbero essere di bassa qualità o avere un formato non conforme, compromettendo la resa grafica generale.

Concetto di multa GDPR

Anche nel caso dei servizi di gestione della Privacy Policy, il fai-da-te non è mai una buona idea. Si tratta di una materia legale complessa in cui omettere alcuni dettagli può far incorrere in pesanti sanzioni. Non manca nemmeno chi pensa di risolvere il problema copiando di sana pianta la cookie policy di un altro sito senza prestare attenzione alle informazioni da adattare allo specifico caso. L’apparente risparmio iniziale si tradurrà con buona probabilità in una multa ben più salata.

La nostra carrellata semi-seria di casi reali per ora finisce qui.

Abbiamo scherzato su situazioni molto comuni che ci capita di affrontare per farti sorridere, ma anche per creare più consapevolezza sul nostro lavoro quotidiano.

E un po’ anche per far sentire meno soli gli altri web designer! 😉

Copywriter dal 2015 o forse da una vita precedente, divoratrice di libri e affascinata dalle parole, in qualunque lingua. Vive la vita un'ansia alla volta, con una penna in mano come amuleto contro la noia.